Rimanere incinta non è semplice come sembra, poiché l’essere umano ha una delle percentuali di riproduzione più basse tra le specie viventi: la possibilità di gravidanza che ha una giovane coppia presumibilmente fertile dopo un mese di rapporti sessuali mirati e non protetti non supera il 20%.

Questa percentuale dipende poi da molti fattori, i più importanti dei quali sono:

Età dei partner della coppia

Il fattore condizionante più importante per la fertilità è l’età femminile. Infatti, la fertilità femminile, che risulta ottimale tra i 20 e i 25 anni, decresce progressivamente e diviene un fattore critico dopo i 35 anni, a causa di una fisiologica riduzione della quantità e qualità degli ovociti prodotti.

Anche l’età del partner maschile ha una implicazione per la fertilità, seppur in misura generalmente inferiore, dato che anche qualità e quantità degli spermatozoi si riducono con l’età.

Attività sessuale

Un fattore condizionante per la fertilità è la frequenza dei rapporti sessuali non protetti. Si calcola che, in assenza di specifici fattori di infertilità, circa il 20% delle coppie aventi un rapporto a settimana riesca a concepire entro un mese. Tuttavia, se i rapporti salgono a quattro a settimana tale proporzione cresce fino all’80%.

Abitudini di vita

È stato ampiamente dimostrato che fattori come dieta, fumo e ambiente hanno un’influenza significativa sulla salute riproduttiva, e devono essere accuratamente valutati come potenziali elementi patogenetici di ipo-fertilità.

Fattori specifici

I nostri specialisti in Medicina della Riproduzione saranno in grado di valutare l’eventuale presenza di fattori maschili e/o femminili specifici che possano condizionare la capacità riproduttiva della coppia.

Tra i principali fattori femminili specifici figurano alterazioni ormonali, alterazioni tubariche, patologie uterine, malattie sistemiche o genetiche.

Mentre i principali fattori maschili specifici sono relativi alle caratteristiche quantitative e qualitative degli spermatozoi, che definiscono la potenzialità fecondante dell’uomo.

È quindi opportuno rivolgersi a un Centro di PMA se:

  • cerchi una gravidanza che, nonostante un periodo prolungato di rapporti non protetti (1 anno o 6 mesi se hai più di 35 anni), tarda ad arrivare;
  • vuoi richiedere informazioni in merito alla fertilità della coppia, per problematiche presunte di infertilità o per problematiche già diagnosticate relative alla riproduzione;
  • vuoi intraprendere un percorso di preservazione della fertilità.

Definizione di infertilità e sterilità

Sterilità e infertilità sono concetti clinicamente diversi tra loro, che però vengono spesso confusi e trattati come sinonimi. In realtà si tratta di due situazioni molto diverse: si definisce sterilità l’incapacità a concepire e infertilità l’impossibilità di portare a termine la gravidanza con la nascita di un bambino sano, dopo un anno o più di rapporti sessuali.

La differenza non è solo terminologica o concettuale, bensì sostanziale. Gli esami necessari per effettuare la diagnosi sono infatti diversi, così come diversi sono i trattamenti e le soluzioni da adottare.

Secondo i dati più recenti, queste condizioni riguardano circa il 20% delle coppie. Da un punto di vista statistico, in circa 1/3 dei casi risulta preponderante il fattore maschile, in circa 1/3 dei casi risulta preponderante il fattore femminile, e il restante 1/3 si divide tra casi in cui è presente un fattore di coppia, ossia una condizione in cui coesistono fattori maschili e femminili, e casi di sterilità idiopatica o inspiegata (per la quale non si identificano ragioni fisiche, e si ritiene sia rilevante la componente psicologica).

Diagnosi di infertilità e sterilità nell’uomo e nella donna

La diagnosi dello stato di fertilità della coppia deve prevedere un inquadramento generale della stessa, la valutazione della storia clinica personale e familiare (anamnesi) dei partner e la valutazione di una serie di esami necessari a completare l’iter diagnostico, eventualmente accompagnate da consulenze specialistiche integrative (es. genetista, psicologo, nutrizionista).

Indispensabile nella valutazione dello stato di fertilità della donna è la visita ginecologica. I principali approfondimenti diagnostici finalizzati alla diagnosi di infertilità femminile sono rappresentati dai dosaggi ormonali e le indagini strumentali:

  • i dosaggi ormonali più frequentemente richiesti sono: FSH, LH, estradiolo, prolattina, progesterone, TSH, fT4 e AMH (ormone antimulleriano) – alcuni vanno eseguiti in corrispondenza del ciclo mestruale, altri indipendentemente da questo.
  • Le indagini strumentali più frequentemente richieste sono: ecografia pelvica (esame effettuato con ultrasuoni per studiare la morfologia dell’utero e la risposta delle ovaie), isterosalpingografia (esame radiologico che permette di valutare eventuali patologie della cavità uterina e la permeabilità delle tube), isterosono/salpingografia (esame per valutare la pervietà delle tube mediante visualizzazione in ecografia del passaggio di acqua), isteroscopia (esame endoscopico che permette una visione diretta e precisa del canale cervicale e dell’interno dell’utero).

La diagnosi di infertilità maschile si effettua principalmente attraverso:

  • l’analisi del liquido seminale (spermiogramma), per la valutazione dei parametri di quantità (concentrazione), qualità (motilità) e morfologia degli spermatozoi. A questo si aggiungono tipicamente il test di capacitazione e il test di frammentazione del DNA spermatico.
  • Nel caso di grave carenza (oligozoospermia) o assenza di spermatozoi nell’eiaculato (azoospermia) è necessario effettuare esami di approfondimento dosando i livelli ormonali (FSH, LH, testosterone), eseguendo una ecografia testicolare e una visita specialistica andrologica.

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