10 Febbraio 2020
Ultimo aggiornamento: 17 Marzo 2025

Ovodonazione in Italia

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Sempre più persone sono interessate all’ovodonazione in Italia, ma cosa sancisce la legge in materia? È permessa o vietata? E nello specifico, cos’è l’ovodonazione e come viene praticata? In questo articolo cercheremo di fornire tutte le informazioni in merito a questo argomento estremamente delicato.

Per prima cosa cerchiamo di spiegare cosa si intende per ovodonazione, processo comune in qualsiasi stato sebbene regolamentato in maniera differente da paese a paese.

Per ovodonazione si intende un processo di fecondazione eterologa, che vede la donazione di ovociti da parte di una donatrice, al fine di consentire a un’altra donna di portare a termine una gravidanza. Questa tecnica è tra quelle che pare riescano a garantire maggior successo quando si parla di riproduzione assistita.

Il processo prevede il prelievo di ovociti, ovvero i gameti femminili, presenti nella riserva ovarica conservata nelle ovaie della donatrice, di età compresa tra i 18 e 35 anni. Il range di età della stessa non è casuale in quanto oltre questo periodo la riserva ovarica tende a ridursi, così come la qualità degli ovociti stessi, rendendo inferiore la percentuale di successo di una fecondazione eterologa.

La donatrice, prima del prelievo dei gameti, dovrà sottoporsi a una cura per la stimolazione ovarica, dopodiché, tramite intervento chirurgico, verrà effettuato il prelievo degli ovociti. Gli stessi subiranno quindi un processo di crioconservazione con successiva fecondazione in vitro con spermatozoo (del partner o del donatore) e, solo successivamente, l’ovulo fecondato verrà reimpiantato nell’utero della donna che desidera diventare madre.

Solitamente le donne che necessitano di ovodonazione presentano un quadro clinico particolare, per il quale non sono in grado di concepire figli con i propri ovociti. Una menopausa precoce, la mancanza di ovaie per asportazione delle stesse a causa di tumori, oppure quando gli ovociti della stessa non sono idonei alla fecondazione a seguito di trattamenti medici particolarmente invasivi, nonché la ridotta qualità degli stessi legata all’avanzare dell’età della donna. Questi sono le principali ragioni per cui si potrebbe avere l’esigenza di ricorrere a questa procedura.

Nel caso in cui si scelga questa tecnica di riproduzione assistita, l’equipe medica provvederà a studiare il miglior matching di accoppiamento tra donatrice e ricevente, in maniera tale da aumentare il grado di somiglianza e caratteristiche fisiche del nascituro con la madre. È bene evidenziare che in ogni caso la donatrice rimarrà anonima, pertanto chi riceverà i gameti non conoscerà l’identità della donna a cui gli stessi sono stati prelevati.

L’OVODONAZIONE IN ITALIA È PERMESSA?

In Italia la legge numero 40 del 2004 vietava questa pratica, ma fortunatamente la stessa è stata superata nel 2014 grazie a una sentenza 162 della Corte Costituzionale.

Quest’ultima però ha posto tuttavia dei limiti, in quanto nel nostro paese non tutti possono ricorrere a questa tecnica di fecondazione assistita, accessibile solo a:

  • Coppie affette da infertilità o sterilità assolute e irreversibili (accertate, documentate e certificate medicalmente)
  • Coppie di fatto, sposate o conviventi
  • Coppie maggiorenni eterosessuali in età potenzialmente fertile
  • Entrambi i partner devono essere in vita.

È stato altresì stabilito quando l’ovodonazione in Italia è vietata con la medesima sentenza. Nello specifico non possono ricorrere a questa tecnica pazienti single e coppie omosessuali.

DATI E PROBLEMATICHE

In Italia il 78% delle gravidanze avviate con procreazione medicalmente assistita (PMA) avviene con ovodonazione, il 20% con donazione di spermatozoi e il restante 2% vede l’impiego di entrambi i gameti, maschile e femminile, prelevati da donatori. Inoltre, gran parte delle donne che scelgono di affidarsi a questo trattamento hanno spesso un’età superiore ai 45 anni. Questo perché ricorrendo a questa tecnica di fecondazione eterologa si andranno a utilizzate gameti femminili di donne di età compresa tra 18 e 35 anni di alta qualità, in quanto le stesse, per essere ritenute idonee alla donazione, devono essersi preventivamente sottoposte a tutta una serie di controlli per escludere problematiche mediche rilevanti.

Ma per quali ragioni, nonostante in Italia questa tecnica sia ormai permessa dal 2014, è ancora poco conosciuta e impiegata? Purtroppo mancano donatrici nel nostro paese, sia per un discorso culturale per cui manca proprio una propensione a donare, ma anche perché, a differenza di altri stati, non viene garantito alcun rimborso a chi sceglie di mettersi a disposizione per il prelievo di gameti che, come abbiamo visto, comporta una serie di pratiche e un intervento.

È bene inoltre evidenziare come i numeri in Italia siano in costante aumento, ovvero le donne che decidono di sottoporsi a una fecondazione assistita nata da ovodonazione sono sempre di più, fattore condizionato anche dall’elevata probabilità di successo di questa tecnica, che sfiora ben il 95%.

A CHI AFFIDARSI PER L’OVODONAZIONE IN ITALIA?

Chiunque desideri ricorrere a una fecondazione in vitro con ovodonazione, o anche soltanto se si desidera diventare donatrici di gameti femminili, le Cliniche Eugin potranno affiancare in tutto questo percorso, sia dal punto di vista psicologico che sotto il profilo medico.

Con sedi nelle città di Milano, Modena e Taranto, rappresentano un vero e proprio punto di riferimento nel settore della riproduzione assistita, tecnica con la quale sono riusciti a far avverare il sogno di moltissime donne che desideravano diventare madri.

Hai dubbi o hai bisogno di maggiori informazioni?