Come gestire l’HIV in gravidanza? È possibile seguire un percorso di procreazione medicalmente assistita in caso di sieropositività?

Grazie allo sviluppo delle conoscenze e ai farmaci disponibili per far fronte al virus dell’immunodeficienza acquisita (HIV), le persone sieropositive hanno oggi una migliore qualità della vita. Molte coppie in questa situazione possono ora valutare la possibilità di formare una famiglia.

Ecco le procedure per le coppie sierodiscordanti (ossia nelle quali uno dei due partner è positivo al virus) o sieropositive (ossia nel caso in cui entrambi i membri della coppia abbiano contratto il virus dell’HIV).

Una coppia sierodiscordante può avere figli?

Sì, una coppia sierodiscordante – così come una coppia sieropositiva – può oggi beneficiare delle evoluzioni tecnologiche in campo medico per ottenere una gravidanza riducendo al minimo i rischi per il nascituro. In questo senso, cliniche di riproduzione medicalmente assistita come Eugin possono fornire tutto il necessario supporto e risposte scientifiche efficaci grazie ai trattamenti di PMA attualmente disponibili.

Le coppie sierodiscordanti in cui il partner maschile abbia sviluppato anticorpi per far fronte all’HIV possono ricorrere all’inseminazione artificiale per concepire un figlio. Questo procedimento permette di ridurre le probabilità di trasmissione dell’infezione alla donna.

La tecnica di PMA si basa sulla separazione degli spermatozoi mobili dal resto del seme, così da evitare la trasmissione del virus dell’HIV presente nel liquido seminale. Inoltre, si accrescono le probabilità di fecondazione poiché aumenta la concentrazione di spermatozoi mobili nel campione.

Occorre evidenziare che, poiché l’inseminazione artificiale è una tecnica utilizzata da qualche tempo per la cura di problemi legati alla fertilità, l’esperienza al riguardo è ormai esaustiva.

Negli ultimi anni questa tecnica viene utilizzata con successo, utilizzando seme purificato dall’HIV. Se in linea del tutto teorica il rischio di trasmissione dell’infezione esiste, a livello pratico non è stato finora riscontrato alcun caso di sieroconversione della donna in terapia, né di trasmissione al feto.

Per massimizzare il risultato di questa tecnica e ridurre al minimo il numero delle inseminazioni necessarie, il ciclo della donna verrà controllato farmacologicamente.

La probabilità di gravidanza dopo i primi due o tre tentativi si aggira tra il 50% e 60%.

Una donna HIV positiva può avere figli?

È importante considerare che, se una donna incinta è anche portatrice dell’HIV, il rischio di trasmettere l’infezione al figlio si aggira tra il 15% e il 20% in caso di assenza di terapia e controllo adeguati.

Nel corso degli ultimi anni, la scoperta di farmaci efficaci contro l’AIDS e, successivamente, l’utilizzo di più farmaci antiretrovirali con protocolli stringenti per la gravidanza e il parto hanno ridotto il rischio di trasmissione a meno dell’1%. Sfortunatamente, questi farmaci sono teratogeni (ossia possono provocare malformazioni nel nascituro) e la loro assunzione durante la gravidanza necessita di un controllo specializzato.

Affinché la gravidanza vada incontro a rischi ridotti, la condizione della donna deve essere stabilizzata. Questo consente di cambiare la somministrazione di farmaci, senza effetti collaterali, e l’evitamento dell’insorgenza di infezioni.

Se non vi sono altre cause di sterilità, l’inseminazione artificiale resta la tecnica consigliata, sia mediante seme fresco che con seme lavato, se il partner maschile ha sviluppato anticorpi per l’HIV.

Requisiti per ridurre i rischi durante la gravidanza per la coppia sierodiscordante o sieropositiva

Nell’uomo sieropositivo che desidera avere un figlio è necessario che il processo infettivo sia stabile; che non gli sia stata recentemente diagnosticata nessuna malattia; che si trovi in condizioni di buona salute.

Entrambi i componenti della coppia devono eseguire preventivamente una serie di esami complementari per valutare le loro condizioni di salute e individuare se vi siano cause di sterilità sconosciute fino a quel momento.

In questo caso può essere necessario utilizzare altre Tecniche di Riproduzione Assistita, come ad esempio la fecondazione in vitro.

  • La donna deve essere nelle migliori condizioni di salute prima di decidere di affrontare la gravidanza.
  • La donna deve conoscere i rischi legati ai farmaci e, se possibile, evitare quelle terapie che presentano maggiori rischi per il feto.
  • Il processo infettivo nell’uomo e nella donna deve essere stabilizzato, ossia entrambi non devono avere sofferto di alcuna malattia di recente.
  • Se l’uomo non è HIV positivo è consigliabile l’utilizzo di Tecniche di Riproduzione Assistita per evitare il contagio.

Consigli per le coppie sierodiscordanti o sieropositive che desiderano avere figli

Una coppia in cui uno o entrambi i componenti siano affetti da HIV deve tenere ben presente che, nel caso desideri un figlio, avrà bisogno di attenzioni speciali così da preservare sia la salute dei genitori che quella del nascituro.

In particolare sono quattro gli aspetti a cui prestare attenzione:

  • Stabilizzazione della malattia e controllo da parte di uno specialista.
  • Suggerimenti riproduttivi, allo scopo di affrontare la gestazione nelle migliori condizioni possibili o eventualmente sconsigliarla.
  • Inseminazione artificiale con seme lavato dal virus dell’HIV.
  • Tecniche di Riproduzione assistita, laddove vi siano alcuni elementi di sterilità nella coppia.

Coppie sieropositive: inseminazione artificiale con seme preparato

Sono pochi i centri medici che vantano l’esperienza e le procedure standardizzate necessarie ad accogliere pazienti sieropositivi che vogliano avere figli. Le cliniche Eugin di Barcellona e Milano sono state pioniere nello sviluppo di queste tecniche che, essenzialmente, consistono nell’inseminazione artificiale tramite seme lavato.

Anche se la procedura d’inseminazione artificiale con del seme preparato deve comunque essere praticata a Barcellona, la maggior parte delle fasi di studio e di preparazione ormonale della donna possono essere svolte efficacemente nella città o nella zona di residenza della coppia.

Tutta questa fase sarà coordinata via posta o via internet. In questo modo molte coppie che non risiedono a Barcellona avranno la possibilità di accedere comodamente al servizio, riducendo i costi delle trasferte che saranno limitate a quelle strettamente necessarie.

Inseminazione artificiale per coppie sieropositive: gli esami complementari per il partner maschile

Prima di utilizzare questa tecnica, sia per l’uomo che per la donna sono necessari una serie di risultati d’analisi ed esami complementari. Gli esami possono essere eseguiti nella città d’origine della coppia, spesso con l’ausilio dello specialista in malattie infettive che segue il caso.

  • Spermiogramma. Non si tratta dello spermiogramma ordinario, poiché si desidera valutare il potenziale fecondativo del maschio dopo il lavaggio del seme. Parte di questo campione, inoltre, dovrà essere analizzata mediante tecnica di PCR per assicurare che il lavaggio sia stato efficace e che il campione possa essere utilizzato senza rischio di contagio. Per questo motivo l’esame viene praticato a Barcellona, con lo stesso procedimento di preparazione del seme utilizzato il giorno dell’inseminazione artificiale. Fino a qualche anno fa, i kit di laboratorio utilizzati per la determinazione della PCR permettevano di ottenere il risultato in poche ore, e ciò consentiva l’utilizzo del campione in fresco il giorno dell’inseminazione. Attualmente non è possibile l’utilizzo di questo sistema e il risultato è disponibile dopo 2 o 3 settimane. Questo dettaglio tecnico rende in questo momento impossibile la realizzazione dell’inseminazione con seme fresco, ma solo con il campione congelato. Il processo di lavaggio del seme per ripulirlo dal virus, insieme alla necessità di lavorare con campione congelato, fa sì che, in molti casi, la qualità finale del seme non sia adeguata a un’inseminazione artificiale e si consigli direttamente la realizzazione di una FIV-ICSI.
  • Analisi del sangue. Viene richiesta per effettuare un controllo dell’infezione e valutare l’esistenza di altre possibili patologie associate. Include l’emogramma completo, biochimica epatica e renale, sierologia (HBsAg, anti-HC, sifilide) e un esame HIV (livelli della presenza virale e valori CD4). Può essere effettuato nella città di residenza.
  • Campione uretrale. Viene effettuato per escludere la possibilità di Malattie Sessualmente Trasmissibili (MST) come il gonococco e la clamidia. Il campione può essere prelevato in precedenza o può essere prelevato a Barcellona.
  • Cartella dello specialista di malattie infettive. Sarà preparata dallo specialista che usualmente controlla la patologia del partner di sesso maschile e che conosce bene il caso. Si tratta di una cartella che valuta la situazione aggiornata della malattia e che indica la terapia in corso. Viene realizzata sulla base di un formulario standardizzato per rendere più agevole il compito dello specialista.
  • Cartella psichiatrica. È necessaria solo nel caso in cui il partner si trovi sotto terapia di oppiacei o psicofarmaci.

Inseminazione artificiale per coppie sieropositive: gli esami complementari necessari per la donna

  • Controllo ginecologico. Include la citologia aggiornata. Include la citologia aggiornata. Potrà essere portata dall’Italia o essere realizzata a Barcellona durante la prima visita.
  • Analisi del sangue. Per una valutazione dei valori pre-concezionali. Comprende un emogramma completo, biochimica epatica e renale, sierologia (HBsAg, anti-HBs, anti-HC, morbillo, toxoplasmosi, sifilide, HIV), gruppo sanguigno e fattore Rh. Può essere portata anche dal luogo di residenza, se l’esame è aggiornato (meno di sei mesi). Si può anche effettuare dopo l’avvio della gravidanza. I risultati possono essere portati anche da un’altra clinica.
  • Analisi ormonale. Si effettua al terzo giorno del ciclo mestruale |(FSH, LH e 17 b-Estradiol). In caso questo coincida con un giorno festivo, si può comunque effettuare tra il secondo ed il quarto giorno del ciclo. Si può effettuare nella città di residenza della donna.
  • Coltura genitale. Viene richiesta in alcuni casi per scartare ETS (gonococco e chlamydia). L’esame essere portato da una clinica precedente.
  • Isterosalpingografía. Si tratta di una radiografia a contrasto che valuta la permeabilità delle trombe di Falloppio. Si effettuerà tra l’ottavo ed il dodicesimo giorno del ciclo. Si può effettuare nella città di residenza. Si tratta di un esame indispensabile.
  • Valutazione della carica virale attraverso PCR. Si effettuerà preliminarmente alla fase dell’inseminazione. Se ne praticherà un’altra il mese successivo. In caso di gravidanza è necessario valutare la presenza di anticorpi HIV ogni trimestre fino al parto, per valutare la sieronegatività. Questi esami, che devono dare esito negativo, sono indispensabili prima di effettuare l’inseminazione artificiale.

Inseminazione artificiale per coppie sieropositive o sierodiscordanti: requisiti

Nell’uomo è necessaria una stabilità del processo infettivo, che non sia stata recentemente diagnosticata nessuna malattia e condizioni generali di buona salute. Inoltre, l’uomo presenterà la cartella del suo medico specialista comprensiva di tutti i dati aggiornati, così da ricevere un parere competente sul suo stato di salute.

Nella donna è altamente consigliabile che sia HIV negativa. Laddove sia sieropositiva, la partner dovrà possedere gli stessi requisiti del compagno e la si orienterà poi verso altre Tecniche di Riproduzione Assistita come la fecondazione in vitro.

Per massimizzare la resa di queste tecniche e ridurre al minimo le inseminazioni, i cicli verranno provocati farmacologicamente. La coppia dovrà firmare un modulo di consenso informato.